martedì 12 settembre 2023

"Assassinio a Venezia" - Atmosfera inquietante per il Poirot di Kenneth Branagh

 di Silvia Sottile


Il film 20th Century Studios Assassinio a Venezia (A Haunting in Venice), thriller soprannaturale diretto dal vincitore del premio Oscar® Kenneth Branagh e basato sul romanzo di Agatha Christie Poirot e la strage degli innocenti (titolo originale: Hallowe'en Party), arriverà il 14 settembre nelle sale italiane.

Il film è interpretato da Branagh nel ruolo del famoso detective Hercule Poirot insieme a un cast che include Kyle Allen, Camille Cottin, Jamie Dornan, Tina Fey, Jude Hill, Ali Khan, Emma Laird, Kelly Reilly, Riccardo Scamarcio e Michelle Yeoh.

Ambientato nell'inquietante Venezia del secondo dopoguerra, alla vigilia di Ognissanti, Assassinio a Venezia è un terrificante mistero che vede il ritorno del celebre investigatore Hercule Poirot. Ormai in pensione e in esilio volontario nella città più affascinante del mondo, Poirot partecipa con riluttanza a una seduta spiritica in un palazzo decadente e spettrale. Quando uno degli ospiti viene assassinato, il detective si ritrova in un mondo sinistro di ombre e segreti.

Assassinio a Venezia è il terzo adattamento di Kenneth Branagh a partire da un giallo di Agatha Christie dopo Assassinio sull'Orient Express (2017 - qui la nostra recensione) e Assassinio sul Nilo (2022 - qui la nostra recensione). La  sceneggiatura è del candidato all’Oscar® Michael Green, basata su Poirot e la strage degli innocenti, pubblicato in Italia negli Oscar Mondadori. 

 


 

Iniziamo la nostra analisi proprio da quest’ultimo punto. Kenneth Branagh prosegue la sua personale riscrittura di Poirot, scostandosi sempre di più dal materiale di partenza. In realtà Assassinio a Venezia non può definirsi tratto dal romanzo della Christie, semmai molto liberamente ispirato. In effetti potremmo dire che è proprio tutta un’altra storia, a partire dall’affascinante location veneziana. Totalmente diversi sono anche personaggi e intreccio, tanto da risultare decisamente ‘inaspettato’ anche per un fedele lettore della regina del giallo.

Se questo può far giustamente storcere il naso ai ‘puristi’, diviene per assurdo il punto di forza del film che si rivela il migliore dei tre fin qui diretti e interpretati da Branagh sia, appunto, per l’originalità della trama (resta solo una lontana eco di Hallowe'en Party, tra l’altro una delle opere meno conosciute della prolifica autrice), sia soprattutto per l’interessante e azzeccata scelta di cambiare i toni, virando sul thriller soprannaturale con venature horror.

Il lavoro che si discosta maggiormente dal suo corrispettivo letterario è, dunque, quello che cinematograficamente funziona meglio, merito di un’atmosfera inquietante  che permea ogni istante della pellicola, ricca di suggestioni macabre e terrificanti. Atmosfera a cui cerca di resistere Poirot, col suo incessante lavorio cerebrale, alla ricerca di una spiegazione logica e razionale per ciò che sembra impossibile. E anche in questo caso, nonostante le troppe ‘licenze poetiche’, Branagh riesce a rendere un Poirot credibile, tutto sommato abbastanza fedele al personaggio letterario.

Il giallo, a dire il vero piuttosto semplice e ‘classico’ sia nello stile che nella tipica risoluzione, si dipana in questa antica dimora ‘infestata’, tutto in una notte, in cui i protagonisti sono bloccati da una tempesta in seguito a una seduta spiritica. Gli omicidi, le indagini e i colpi di scena si susseguono con un ritmo più avvincente nella seconda parte rispetto alla prima, che serve a creare l’atmosfera. Il tutto reso ancora più affascinante dalla location mozzafiato, dalle scenografie impeccabili, dalla fotografia cupa e dalla colonna sonora altrettanto inquietante, nonché dalla buona prova del cast, in cui brillano in particolare Tina Fey, Kelly Reilly e il premio Oscar Michelle Yeoh.

Al di là della splendida confezione, sicuramente uno dei punti di forza del film insieme al tono macabro e inquietante, non sempre la trama gialla si incastra alla perfezione con le suggestioni horror e soprannaturali che a tratti sembrano essere inserite appositamente per confondere e catturare lo spettatore, svolgendo comunque egregiamente il loro dovere.

Ci sono inoltre un paio di cose che non perdoniamo a Kenneth Branagh: l’aver stravolto il carattere di un personaggio ricorrente dei romanzi di Agatha Christie con protagonista Hercule Poirot; e aver sfruttato il nome dell’autrice e del suo più famoso detective per una storia totalmente riscritta.

Nell’insieme, però, Assassinio a Venezia funziona, sicuramente più di Assassinio sul Nilo.

 


 


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