venerdì 17 febbraio 2017

"Moonlight": un difficile percorso di formazione

di Silvia Sottile




Selezionato come film di apertura alla Festa del Cinema di Roma 2016, Moonlight di Barry Jenkins, basato sull'opera teatrale In Moonlight Black Boys Look Blu, è un dramma in tre atti (nettamente suddiviso in tre capitoli in base alle diverse età del protagonista: l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta) sulla vita del giovane afroamericano Chiron (Ashton Sanders / Trevante Rhodes)  che vive nei sobborghi di Miami,  in un quartiere difficile, segnato da droga, spaccio e violenza.


La pellicola affronta le difficoltà del ragazzo nel trovare la sua strada e il suo posto nel mondo ma anche il percorso che lo porta alla presa di coscienza della sua omosessualità. Nel cast troviamo anche Naomie Harris (candidata all’Oscar come migliore attrice non protagonista), Janelle Monàe e Mahershala Ali (tra i favoriti per la vittoria dell’Oscar come miglior attore non protagonista). 


Nutrivamo elevate aspettative per questa pellicola, osannata dai critici americani, aspettative che purtroppo sono state in gran parte deluse. In Europa infatti la critica l’ha accolto in maniera decisamente più tiepida. Sicuramente questo film “black” , in particolare dopo le polemiche legate alla scorsa edizione degli Oscar ritenuta troppo “bianca”, risponde perfettamente alle esigenze politically correct dell’Academy.


In realtà non si può certo dire che Moonlight sia un film brutto, o fatto male. Gli stessi attori sono bravi e si vede che entrano bene nei rispettivi personaggi. Il problema principale è che non riesce a coinvolgere, a trasmettere emozioni, né a suscitare un reale interesse per le vicende narrate, forse perché si tratta di problematiche troppo lontane dalla nostra realtà. Onestamente non si capisce il senso di questa pellicola (a tratti molto confusa), cosa voglia realmente esprimere, dove voglia andare a parare. 


Per concludere – dettaglio non da poco – il tutto è narrato con un ritmo lentissimo, drammatico ed eccessivamente pesante. Il risultato è un film di una noia mortale, tanto che si fa davvero fatica a sostenerne l’intera durata. Sembra di una lunghezza infinita pur non raggiungendo neanche le due ore (111 minuti). Rimane un mistero come possa aver ricevuto addirittura 8 candidature agli Oscar tra cui miglior film e miglior regia! Ok per le categorie attoriali che abbiamo prima analizzato, vada anche per la fotografia molto particolare, ma le altre sembrano eccessive...

Moonlight  è nelle nostre sale dal 16 febbraio.

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