di Silvia Sottile
Sam Worthington (Jake Sully), Stephen Lang (Miles Quaritch), Jack Champion (Spider), Bailey Bass (Tsireya) e Trinity Jo-Li Bliss (Tuk), parte del cast di Avatar: Fuoco e Cenere (qui la nostra recensione), al cinema dal 17 dicembre, hanno fatto tappa a Milano per l’anteprima italiana del terzo film del fenomenale franchise di successo Avatar di James Cameron.
Ecco cosa ci hanno raccontato in conferenza stampa:
Cosa
significa essere parte del mondo di Avatar?
Stephen Lang: “È
una grande fortuna dal punto di vista professionale e anche personale, lavorare
con una personalità così creativa e visionaria quale James Cameron. Far parte
di questo universo da molti anni è un dono che continuiamo a ricevere”.
Bailey Bass: “Penso che sia interessante,
soprattutto per noi tre che siamo così giovani, far parte di un progetto così
pioneristico. Noi eravamo bambini quando siamo stati scritturati, non
conoscevamo il mondo del cinema prima di James Cameron. È fantastico far parte
di questo grande progetto e contribuire a questa storia di grande impatto
emotivo. Siamo stati trattati con enorme rispetto ”.
Jack Champion: “Io non saprei chi sono senza Avatar. Ho fatto il casting a 12 anni. È una benedizione. È fantastico”.
Il
pianeta, le risorse, le diversità. Cosa significa portare il messaggio di
Avatar nel mondo di oggi?
Sam Worthington: “Quando
Jim ha scritto questo film ha valutato tutti questi aspetti. Poi il film è cresciuto e
si è inserita una dinamica familiare che diventa il fulcro. Come si sopravvive
in una famiglia in cui le circostanze sono difficili? Nel nostro caso si tratta
di una guerra, un pianeta che cambia. È l’amore reciproco il legame forte di
questa famiglia, in situazioni estremamente difficili. Penso che questo ci
parli della nostra vita. Noi stiamo vivendo momenti difficili, di grande
precarietà e incertezza. L’unica cosa che abbiamo è il nostro amore reciproco. Questo
è quello che ci ha detto Jim. Di essere tutti connessi, americani, italiani,
tutto il pianeta. È la nostra responsabilità fare qualcosa e promuovere l’amore
reciproco e per l’umanità”.
Stephen Lang: “L’umanità
ha bisogno di storie che illuminano il passato, il presente e anche il futuro. E
rendono la realtà più sopportabile. Jim è un maestro nel raccontare storie”.
Jack Champion: “È
una storia grandiosa. È una famiglia che è stata scelta. Qualcosa che ha un
impatto su tutti”.
Trinity Jo-Li Bliss: “C’è anche una grande forza delle donne. Mi piace vedere tanti
personaggi femminili straordinari. Ci sono guerriere donne fantastiche. Tutto questo
contribuisce ad una storia che ci tiene inchiodati allo schermo. Un film pieno
di azione ma anche di personaggi ricchi a livello di personalità. Tutto questo
ci connette”.
Bailey Bass: “Lavoriamo
ad Avatar da una vita, fa parte di noi. È sicuramente di grande impatto. La cosa
che mi parla di più è l’aspetto della famiglia eletta, la famiglia scelta è un
fil rouge in tutti i capitoli di Avatar. Mi piace che in questa storia di
fantascienza ci si può ritrovare. Si ritrovano i fratelli, gli amici, i vicini.
Si parla anche di diversità. Questo film ci dice che abbiamo più cose in comune
che differenze. Questo è il grande messaggio di Avatar che ci consente di amare
il cinema e ci ricorda quanto sia importante la solidarietà. In tutto il mondo,
a prescindere dalle differenze, noi siamo simili e abbiamo una connessione
profonda”.
Cosa
apporta di nuovo a livello tecnologico ed emotivo questo terzo film?
Sam Worthington: “Le
emozioni sono espresse in maniera più profonda. Se vogliamo il primo e il secondo
film avevano lo stesso DNA. Quando ho visto la sceneggiatura, ho notato questa
analogia. Invece nel terzo, il mondo è più grande e così anche le emozioni si
approfondiscono. Ma ovviamente in Fuoco e Cenere c’è sempre un fil rouge con La Via dell’Acqua,
li abbiamo girati insieme. Nel terzo capitolo si vedono gli effetti di ciò che è accaduto nel secondo. Ogni personaggio cerca di trovare una propria collocazione. La
tecnologia non è affatto un ostacolo, anzi ci consente di essere più veri e più
liberi nella recitazione”.
Cosa
si prova a interpretare un cattivo di tale portata?
Stephen Lang: “Ogni
cattivo è l’eroe della propria storia. Ho cercato di lavorare su questo. Inoltre
in questo film emergono nuovi livelli emotivi nel mio personaggio, debolezze e
contraddizioni”.
Parlando
di ambiente… C’è speranza per il futuro del nostro pianeta?
Bailey Bass: “Assolutamente
sì! Sono molto sensibile a questi temi. Vogliamo che il nostro pianeta sia
ricco di luce, amore e bellezza e ci impegniamo per questo, ci crediamo. Continuiamo
a combattere e a sperare”.
James
Cameron è un grandissimo sostenitore dell’esperienza cinematografica in sala. Cosa
ne pensate?
Jack Champion: “Con
lo streaming il futuro del cinema è messo a dura prova. Ma guardare un film in
una sala insieme ad altre persone è un’esperienza insostituibile. Ci emozioniamo
insieme agli altri, non si può replicare in casa. Nulla sostituisce il buio di
una sala condivisa con persone sconosciute. E Avatar è assolutamente pensato e
realizzato per il cinema”.



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