domenica 14 settembre 2025

"Velluto blu" di David Lynch in sala in versione restaurata

 di Silvia Sottile


Nuovo capitolo del progetto di Lucky Red e Cineteca di BolognaThe Big Dreamer – Il cinema di David Lynchdal 15 al 17 settembre arriva nelle sale italiane il restauro di Velluto blu, diretto da Lynch nel 1986 e interpretato tra gli altri da Kyle MacLachlan, Isabella Rossellini, Dennis Hopper.

Sotto tutti gli aspetti, Velluto blu è fino a oggi il vero classico di Lynch. Non è un film prototipo come Eraserhead, né un successo più o meno collettivo a cui l’autore ha contribuito con il suo tocco caratteristico come Elephant Man, ma un’opera interamente personale, padroneggiata e conclusa, come non cercheranno più di essere i film successivi, molto più dislocati e asimmetrici.

È anche il film in cui insedia il suo universo, e crea una ricetta che potrà servire per tutti i film successivi (anche se cercherà di rinnovarla), un quadro (Lynchtown), uno schema strutturale e un nuovo tipo di romanticismo.

(Michel ChionDavid Lynch, Lindau, Torino 2000)

  

  • Il lato oscuro del sogno americano 

Velluto blu è un film molto americano, e lo specchio di questa America è Lumberton, una città di fantasia, ma in America esistono molte Lumberton. Il film riflette una certa impressione data dagli Stati Uniti rispetto agli anni Ottanta. Ciò che Velluto blu descrive è l’orrore nascosto dietro l’apparente tranquillità di una piccola città di provincia. Un orrore che esiste nella natura umana. È inoltre un’incursione nel subconscio, un faccia a faccia con un universo che generalmente non si vede. Il protagonista, il giovane Jeffrey, si ritrova per caso in questo mondo d’orrore e di paura, ma riesce a fuggire. Non è sicuramente un film autobiografico, ma c’è molto di me nel film. Io e il personaggio di Jeffrey abbiamo parecchie cose in comune. Innanzitutto la cittadina in cui sono nato. Sono cresciuto in un ambiente simile a quello che si vede nel film: la cancellata bianca, le rose, tutto, all’inizio del film, è com’era nella mia infanzia. Ho visto la stessa cancellata nel giardino dietro alla casa dei miei genitori. Come Jeffrey, ho corso nei boschi e ho avuto le sue stesse curiosità. Inserisco inoltre, in Velluto blu, una serie di esperienze personali. Quando si realizza un film, a partire da un’idea alla quale si tiene molto, ci si mette molto di se stessi: il meglio ma anche l’altro lato, quello oscuro e perverso.

(David Lynch, in David Lynch, “Garage”, n. 17, 2000)

 


  • L’insostenibile leggerezza del male

Il binomio Velluto blu/Cuore selvaggio polarizza l’asse del bene e del male senza molti tentennamenti. Chi ha interpretato come puramente parodistici i finali dei due film, insistendo sulla disinvoltura psicologica delle opere di Lynch, non ha compreso che il mondo del regista – per quanto angosciato dall’inspiegabile in maniera quasi infantile – poggia su basi molto concrete. In poche parole, Jeffrey e Sandy, o Sailor e Lula, sono i buoni, gli altri sono i cattivi. Evidentemente, a Lynch non interessa impostare un discorso puramente fiabesco, sebbene i richiami alla favolistica e al Mago di Oz non siano casuali: Jeffrey è attirato dall’universo negativo e malato che spia dall’armadio, fino a spingersi nei meandri del buio e, simbolicamente, dell’incesto. Lynch non gioca da postmoderno con i luoghi comuni del cinema americano, con il lieto fine o con l’asse dei valori espliciti per sovvertirli dimostrandone la fallacia o l’inautenticità. Egli rifonda, semmai, i ruoli del buono e del cattivo, i poli del bene e del male, le dimensioni del positivo e del negativo. In questa fusione suprema di surrealismo e Hollywood, spirito underground e amore per gli anni Cinquanta, pittura in movimento e onirismo diffuso, esiste anche l’occhio dell’autore sull’esistenza del bene e del male.

(Roy MenariniIl cinema di David Lynch, Falsopiano, Alessandria 2002)

 

  • Il ruolo di Isabella Rossellini

Numerose attrici rifiutarono il ruolo di Dorothy Vallens, per un motivo o per l’altro. Tuttavia dicevano di adorarlo, e per questo se ne discuteva. Gli attori sono in grado di annusare una porcheria, quando non può funzionare o è disonesta, così come possono apprezzare un ruolo e malgrado ciò non riuscire a interpretarlo. Ho ricevuto alcuni tra i migliori feedback da parte di attori che hanno finito per non partecipare al film: per esempio Helen Mirren è stata davvero di grande aiuto per la sceneggiatura. Fino all’ultimo non conoscevo Isabella Rossellini. Una sera mi capitò d’incontrarla in un ristorante di New York City, e non solo la conobbi, ma scoprii anche che faceva l’attrice. Pensavo che fosse solamente una modella. La fissai, e quando ci ripensai un paio di giorni più tardi mi dissi: “Dovrei offrirla a lei, quella parte”.

(David Lynch, in Lynch secondo Lynch, a cura di Chris Rodley, Baldini & Castoldi, Milano 1998)


Qui il trailer dell'evento speciale:




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