martedì 20 settembre 2022

"Avatar: La Via dell'Acqua" - Incontro stampa con Jon Landau

 di Silvia Sottile



Arriverà il 14 dicembre nelle sale italiane il film 20th Century Studios Avatar: La Via dell’Acqua, primo sequel diretto da James Cameron di Avatar, il lungometraggio con il maggior incasso di tutti i tempi.

Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano. Diretto da James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, il film è interpretato da Zoe Saldana, Sam Worthington, Sigourney Weaver, Stephen Lang, Cliff Curtis, Joel David Moore, CCH Pounder, Edie Falco, Jemaine Clement e Kate Winslet.

Abbiamo avuto il piacere di incontrare il produttore Jon Landau. Ecco cosa ci ha raccontato:

 



 

Quali emozioni ci aspetteranno in sala dal 14 dicembre? Quali prove dovrà affrontare la famiglia Sully?

La famiglia Sully deve andare via, lasciare la sua casa. I ragazzi quindi sono in difficoltà, devono adattarsi a una nuova tribù che inizialmente non li vuole. Sono degli outsider”.

Qual è stata la sfida maggiore che avete affrontato?

Sicuramente realizzare la performance capture sott’acqua. Volevamo che fosse vera, non volevamo fare finta”.

E a proposito della tecnologia 3D?

Il 3D è una finestra sul mondo, non il contrario. Il 3D non rende bello un film brutto ma accentua quello che è. Speriamo che Avatar apra uno spiraglio perché offre un’esperienza particolare”.

Come mai ci avete messo così tanto tempo per realizzare un sequel?

Ci abbiamo messo comunque meno di Top Gun… In realtà c’è voluto del tempo perché abbiamo lavorato a 4 film insieme e volevamo che fossero scritte tutte le sceneggiature prima di avviare la produzione. Ci è sembrato il modo più efficiente di lavorare. Inoltre nel film ci sono dei ragazzi e non volevamo che tra il primo e il quarto sequel passasse troppo tempo”.

 


Cameron è sempre stato un precursore dal punto di vista delle tecnologie.

“James ha sempre spinto i progressi tecnologici nel cinema che hanno dato una spinta anche agli altri. Ha spinto i confini sempre più in là e questo ha aiutato anche altri registi. Ad esempio la cgi di Titanic è stata poi usata da Peter Jackson per Il Signore degli Anelli”.

Ad oggi, che esperienza cinematografica ci possiamo aspettare?

Il New York Times scriveva nel 1983 che l’intrattenimento si può avere a casa… ma in realtà le persone vogliono andare al cinema anche dopo la pandemia se le cose sono fatte bene e regalano un’esperienza unica! È come per la musica: un concerto dal vivo è tutta un’altra cosa”.

Può dirci qualcosa sulla tematica ambientale?

“Spero che il film sensibilizzi i giovani sull’ambiente, gli faccia capire che le nostre azioni hanno un impatto sugli altri e sul mondo. Ovviamente in un film non possiamo fare una predica ma cerchiamo di essere provocatori e di dare un esempio. Sul set era tutto green”.

 


 

 

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