di Silvia Sottile
Daniel Day-Lewis è tornato.
Anemone di Ronan Day-Lewis sarà al cinema dal 6 novembre, distribuito da Universal Pictures, dopo la presentazione in anteprima ad Alice nella Città 2025, dove è stato premiato come miglior opera prima.
Daniel Day-Lewis, uno dei più grandi
attori contemporanei, torna al cinema dopo otto anni di assenza, nel film Anemone,
diretto da suo figlio Ronan Day-Lewis, presentato in prima mondiale al New York
Film Festival. Nel cast anche Sean Bean, Samantha Morton, Samuel
Bottomley, Safia Oakley-Green.
Il film di Ronan Day-Lewis con Daniel Day-Lewis, e
scritto in coppia dai due, esplora i profondi e complessi legami familiari che
esistono tra padri, figli e fratelli. Viaggi interiori e conflitti
generazionali sono al centro di questa opera prima.
Anemone, ambientato nel
nord dell'Inghilterra, racconta di un uomo che si avventura nei boschi per
confrontarsi con il fratello che da anni vive come un eremita, intrappolato in
un passato di violenza politica e personale. Il loro ricongiungimento sarà
carico di tensione, ma a tratti tenero: un regolamento di conti che chiude una
partita durata decenni.
Ronan Day-Lewis ha realizzato un film audace, onirico,
immersivo e dirompente, che dimostra una complessità e una completezza inusuali
da riscontrare in un'opera prima. Si rivela fondamentale in tal senso l'esperienza
da pittore del regista che dà vita a un'atmosfera affascinante e totalizzante –
resa tale anche dal sonoro – principalmente focalizzata sull’aspetto visivo,
carico appunto di incredibili suggestioni pittoriche, grazie a una fotografia a
dir poco strabiliante: diverse scene, di grande impatto visivo, sembrano
quadri.
Non di minore impatto è il glorioso ritorno sulla
scena di Daniel Day-Lewis, che interpreta un personaggio il cui passato non lo
ha mai abbandonato. Un passato segnato dal trauma della guerra, dagli abusi e
dall'assenza di un padre, i cui errori decide di non replicare.
Anemone
è un film intenso e doloroso, in cui il dramma emotivo dei personaggi si
riflette nell’atmosfera plumbea, dai toni cupi. Il film parla di passato, di traumi
(abusi, violenze, guerra, conflitti interiori e familiari), di sensi di colpa e
di segreti oscuri che pesano come macigni. Torna anche su una pagina nerissima di storia del Regno
Unito, concausa della devastazione dell’animo del protagonista.
Ma Anemone è
anche (e soprattutto) una storia di due fratelli e, ancor di più, di padri e
figli, del delicato, a volte doloroso e conflittuale, ma sempre ineluttabile e
inestricabile come un filo invisibile, rapporto tra un padre e un figlio.
È un film fatto di silenzi, di sguardi, di emozioni
intense che emergono grazie alle straordinarie interpretazioni dei due protagonisti
principali. Daniel Day-Lewis è un gigante della recitazione, un attore
stratosferico che non ha affatto perso il suo smalto nella lunga assenza dagli
schermi. È un immenso piacere vederlo di nuovo all’opera. Non ringrazieremo mai
abbastanza il figlio Ronan per aver spinto suo padre a tornare. Gli fa da
spalla e comprimario un ottimo Sean Bean, in questo toccante e risolutivo confronto
fraterno, troppo a lungo rimandato.

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