di Silvia Sottile
Vincitore dell'Orso
d'Oro alla Berlinale 2024, Dahomey
è il nuovo sorprendente documentario di Mati Diop (Atlantics).
Approfondendo le prospettive su questioni che riguardano l'appropriazione,
l'autodeterminazione e la restituzione, questo acclamato lungometraggio è uno
sguardo poetico su una storia che è stata raramente raccontata.
Il film, ambientato nel novembre 2021, racconta dei ventisei tesori reali del Regno del Dahomey
che, insieme a migliaia di altri, sono stati saccheggiati dalle truppe
coloniali francesi nel 1892. Nel momento in cui questi manufatti stanno
per lasciare Parigi per tornare nel loro Paese d'origine, l'attuale Repubblica
del Benin, Diop si interroga su come dovrebbero essere accolti in un Paese che,
nel frattempo, si è reinventato in loro assenza, e lo fa utilizzando un'eterea
voce fuori campo e filmati di studenti che dibattono all'Università di
Abomey-Calavi su come offrire molteplici prospettive.
Profondo e coinvolgente, l'ultimo film
di Diop utilizza tecniche di narrazione non tradizionali e avvincenti per
portare il passato nel presente, offrendo una conversazione del tutto
singolare, tanto affascinante quanto essenziale.
Il primo lungometraggio di Mati Diop, Atlantics (2019),
ha vinto il Grand Prix al 72° Festival di Cannes, consacrando Diop come una delle figure di spicco del cinema
d'essai internazionale e della nuova generazione di cinema africano della
Diaspora. Il suo cinema, nomade, lirico e politico, attraversa i confini
dei generi e dei formati, come estensione della sua doppia identità
franco-senegalese e della sua orgogliosa creolanità.
Qui il trailer ufficiale:
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