venerdì 25 marzo 2022

#UnescoMovie 65 – "Don Matteo" (2000-2022)

 di Diletta Nicastro


Giovedì 31 marzo torna per la 13ma edizione Don Matteo, la fiction più amata dagli italiani. Sarà un’edizione con molte novità (tra tutte, l’arrivo di Raoul Bova) e l’addio più doloroso (Terence Hill lascerà).

Anche noi vogliamo celebrare la fiction con un articolo #UnescoMovie molto speciale, perché assieme a questa serie iconica mostriamo un’altra eccellenza italiana, entrata nel Patrimonio Immateriale il 16 dicembre 2021: “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali”.

Non appena è stata annunciato il riconoscimento dall’Unesco, il nostro pensiero è volato immediatamente a Don Matteo e al sesto episodio della prima stagione Questione di fiuto, andato in onda per la prima volta il 21 gennaio 2000 su RaiUno. La puntata è incentrata proprio sulla raccolta del tartufo, sulle regole che la disciplinano e sui segreti per trovare i tartufi migliori. Ovviamente nel soggetto non poteva mancare il giallo che coinvolge immediatamente don Matteo, amico di Salvatore Folena (Lucio Caizzi), unico cercatore a cui non è stato avvelenato il cane da tartufo e quindi il sospettato principale del Capitano Anceschi (Flavio Insinna) e del Maresciallo Cecchini (Nino Frassica).

La sceneggiatura è di Paola Catella (autrice di quattro episodi della prima stagione), sceneggiatrice e autrice televisiva (e moglie di Giobbe Covatta), ed è ricca di riferimenti alla tradizione della cerca e della cavatura (dalla vanga speciale che deve essere utilizzata per non ledere il terreno allo studio del territorio per trovare i tartufi migliori, all’importanza dell’addestramento dei cani).

 


Gubbio, dove si svolge la prima stagione di Don Matteo, è stata da subito in prima fila nella candidatura della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia’. Non è un caso, infatti, che sia tra i soci dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, che ha depositato la candidatura al Patrimonio Immateriale dell’Unesco nel 2017. Gubbio è stata anche tra le 50 realtà territoriali che hanno partecipato al World Tourism Event a Siena dal 22 al 24 settembre 2017 per presentare la candidatura e tra le 13 località che hanno lì allestito tavoli promozionali legati all’iniziativa.

Inoltre a Gubbio, ogni anno, si celebra la manifestazione Gubbio Terra di Tartufo, che si compone di convegni, appuntamenti e feste popolari per grandi e piccini, in una sorta di summa di quelle feste popolari che hanno tramandato la tradizione della cerca e la cavatura del tartufo in Italia.

 

Curiosità: un’altra puntata di Don Matteo è stata dedicata al tartufo: l’ottavo episodio della sesta stagione Il caso del cane scomparso a mezzogiorno (7 febbraio 2008), con protagonista una cercatrice di tartufi.

Inoltre, il 23 gennaio 2016, una delle pillole che anticipavano la decima stagione della serie è stata dedicata a Città di Castello (uno dei soci fondatori dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo) e al suo prodotto di eccellenza, “quel tartufo bianco dall’inconfondibile profumo e sapore insuperabile presente in buona quantità nel territorio”, come recita un comunicato della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome dell’epoca. 

 


 

Una storia d’amore tra i tartufi e la fiction che si è quindi dipanata nel corso di tutta la serie; non possiamo quindi non domandarci ora se ci sarà un pizzico di questa specialità anche nell’attesissima tredicesima stagione, dal momento che anche Spoleto è terra di questa eccellenza italiana…

 

La motivazione per cui la Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali è entrata nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco nel 2021:

“La caccia e l’estrazione del tartufo italiano è un insieme di conoscenze e pratiche che si tramandano oralmente da secoli. Ancora oggi caratterizzano la vita rurale di intere comunità della penisola italiana. I tartufai vivono solitamente nelle zone rurali e nei piccoli paesi. Due sono le fasi della caccia al tartufo: la caccia e l’estrazione. La caccia prevede l’individuazione delle zone dove cresce la pianta del tartufo, dalle cui radici cresce il fungo sotterraneo denominato tartufo. Questo passaggio viene eseguito con l’aiuto di un cane addestrato. I cacciatori utilizzano poi una apposita vanga che permette loro di estrarre i tartufi senza disturbare le condizioni del terreno. La caccia al tartufo coinvolge un’ampia gamma di abilità e conoscenze (sul clima, l’ambiente e la vegetazione) relativi alla gestione degli ecosistemi naturali e al rapporto cane-tartufo. Questa conoscenza viene trasmessa attraverso tradizioni orali, tra cui storie, favole, aneddoti ed espressioni che riflettono l’identità culturale locale e creano un senso di solidarietà all’interno della comunità dei tartufai. La caccia al tartufo è spesso associata a feste popolari che segnano l’inizio e la fine della stagione del tartufo. Le pratiche rispettano l’equilibrio ecologico e la biodiversità vegetale, assicurando la rigenerazione stagionale delle specie tartufigene”.

 


 

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