L’equipaggio di una stazione spaziale internazionale
(composto da 6 persone tra cui Jake Gyllenhaal, Ryan Reynolds e Rebecca
Ferguson) ha il compito di studiare un campione proveniente da Marte che prova
l’esistenza della vita extraterrestre. Forti di questa sensazionale scoperta, gli
astronauti (medici e scienziati) provano a interagire con questa creatura,
battezzata Calvin, che presto si rivela molto più intelligente e aggressiva del
previsto. Gli uomini a bordo sono quindi costretti a lottare per la
sopravvivenza, con l’obiettivo principale di non far giungere l’alieno sulla
Terra.
Life – Non oltrepassare
il limite è innanzitutto un thriller di fantascienza, teso e claustrofobico,
che si ispira palesemente al capostipite del genere, Alien (1979) di Ridley Scott, ma sfrutta al meglio anche gli
insegnamenti tecnici di Alfonso Cuaròn visti in Gravity (2013), come ad esempio gli splendidi piani sequenza (lì nello
spazio, qui invece soprattutto all’interno della base spaziale) che donano un’incredibile
profondità.
La trama di Life non
è particolarmente originale, c’è poco di innovativo e la storia procede in
maniera piuttosto prevedibile: alcuni uomini sono intrappolati dentro un’astronave
insieme a una pericolosissima creatura aliena assassina che vuole ucciderli
tutti. Eppure il regista Daniel Espinosa sa bene ciò che fa: quello che conta
non è cosa succede, ma il come. E da questo punto di vista la pellicola fa ciò
che deve e riesce nel suo intento principale di far trattene il fiato allo
spettatore per tutta la sua durata. La tensione
infatti rimane sempre altissima, grazie anche ad una netta virata sull’horror
che rende Life – Non oltrepassare il
limite un film altamente ansiogeno e addirittura splatter.
Ottimo il finale, sia per l’idea (che naturalmente non
spoileriamo, essendo tra l’altro l’unica trovata davvero inaspettata), sia per
la canzone che accompagna, con un pizzico di ironia, i titoli di coda: Spirit in the Sky.
Life – Non oltrepassare
il limite, nelle nostre sale dal 23 marzo, è un discreto b-movie senza
troppe pretese, che miscela la fantascienza con l’horror e che, nonostante
tutto, si rivela molto godibile per gli appassionati del genere.
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