venerdì 25 novembre 2016

"Talking to the Trees": un road movie di denuncia su turismo sessuale e prostituzione minorile

di Silvia Sottile




Talking to the Trees è un film scritto, diretto e interpretato da Ilaria Borrelli nel 2012. Dopo aver ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, essere stato presentato (e premiato) in vari Festival, aver ottenuto successo nelle sale cinematografiche francesi, è stato finalmente proiettato anche in Italia a partire dal 17 novembre 2016, purtroppo in un numero limitatissimo di sale. 

Cosa rende questa pellicola un progetto tanto interessante? Il tema trattato: si parla infatti di turismo sessuale e prostituzione minorile. 


In modo poetico e senza mostrare alcuna scena di violenza o nudo, Talking to the Trees racconta la storia di Mia, una fotografa parigina, che vola in Cambogia per raggiungere il marito. Scopre però che l’uomo frequenta un bordello e ha rapporti sessuali con delle bambine del posto. Superato lo shock iniziale, prende la decisione di salvarle, per farle ricongiungere alle proprie famiglie, restituendole quella infanzia che è stata loro negata. Inizia così un avventuroso viaggio on the road verso la libertà. 

Il titolo si riferisce alla credenza tra i popoli nativi che gli alberi siano sacri ed abbiano un’anima. Per questo gli rivolgono delle preghiere, proprio come fa la protagonista del film, una bambina di nome Srey (Seta Monyroth), che dopo aver perso la nonna viene venduta insieme al fratello più piccolo ad un mercante di bambini, per avviarli alla prostituzione.

Talking to the trees è sostenuto da varie associazioni umanitarie tra cui Unicef, Caritas francese e italiana, Amnesty International e dall’Ecpat, organizzazione che dal 2006 lavora in Cambogia per proteggere i bambini dal rischio di turismo sessuale, attraverso la scolarizzazione, l'educazione sanitaria e l'aiuto economico alle famiglie.


Oltre ad essere un film di forte impatto emotivo, intenso, commovente, coinvolgente e diretto nel suo intento di denuncia, Talking to the Trees si trasforma anche in un emozionante road movie attraverso le foreste, i fiumi e il mare della Cambogia… un territorio che versa in drammatiche condizioni socio-politiche ma le cui meraviglie paesaggistiche lasciano senza fiato e sono ulteriormente valorizzate dalla splendida fotografia che riesce a coglierne gli splendidi colori.


Dunque tema nobile, urgente e ambizioso, su immagini mozzafiato che sopperiscono all'improbabilità di alcune svolte narrative della trama. Brava la Borrelli ad evitare che questi aspetti possano inficiare il risultato complessivo; infatti il film scorre come un fiume in piena e riesce a toccare l'anima. Va quindi lodato e sostenuto il progetto nel suo insieme: l’impegno per la realizzazione, produzione e distribuzione è stato davvero elevato considerato anche che i fondi a disposizione (tramite crowdfunding) erano davvero irrisori, ovvero un budget di soli 50.000 euro.


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