mercoledì 5 dicembre 2018

#UnescoMovie – Marley (2012)

di Diletta Nicastro




Questa settimana #UnescoMovie omaggia il Patrimonio Immateriale, dopo che la scorsa settimana l’Unesco ha fatto entrare moltissime nuove tradizioni in Lista (inclusa quella della costruzione dei muretti a secco, candidatura portata avanti da sette Paesi, inclusa l’Italia). Tra queste vi è anche la musica reggae giamaicana, la cui iscrizione è stata festeggiata in aula con la delegazione giamaicana che al momento della dichiarazione ufficiale si è alzata in piedi ed ha cantato One love di Bob Marley, coinvolgendo presto tutti i presenti.



Per questa occasione speciale, quindi, vogliamo parlare del documentario Marley (2012), diretto dallo scozzese Kevin MacDonald (premio Oscar per il miglior documentario nel 2000 con Un giorno a settembre, incentrato sul sequestro e l’uccisione di 11 atleti israeliani durante le Olimpiadi di Monaco nel 1972).

Il film racconta la vita di Bob Marley (1945-1981), vera e propria icona della musica reggae giamaicana ed è l’unico documentario sulla vita del musicista realizzato con non solo l’autorizzazione ma anche la collaborazione della famiglia. Infatti molti filmati inediti sono stati dati dalla famiglia, che ha anche partecipato con interviste e ricordi.


Ovviamente nel film (distribuito in Italia dalla Lucky Red per un solo giorno, il 26 giugno 2012), oltre che la vita, il credo politico e spirituale di Marley, fa da padrone la musica, la vera linfa dell’artista. Nel corso della pellicola (lunga 2 ore e 20 minuti)  vengono fatte ascoltare 66 canzoni di Marley e il film stesso è stato anticipato dall’uscita di un cd che ne contiene 24 (inclusa la registrazione di Jamming cantata da Bob Marley al One Love Peace Concert e mai precedentemente inserita in nessuna raccolta).

All’epoca dell’uscita, Kevin MacDonald ha raccontato a XL il suo impatto con la musica di Marley: “Mi ricordo quando a 13 anni ho scoperto la sua musica ascoltando l’album Uprising. Non capivo bene tutto il suo mondo, tanto meno la sua fede, ma le canzoni di quel disco mi regalavano gioia, mi facevano stare bene. Ero colpito da quel ritmo così particolare. Marley interpretava canzoni che parlavano direttamente alle persone. Erano anche gioiose e liberatorie. Ascoltarle mi rendeva felice. Forse perché ero un adolescente, però ancora oggi mi fanno quell’effetto. Credo che siano state la sua sincerità e la sua purezza le qualità che lo hanno reso così popolare. È per questo che a distanza di tanto tempo dalla sua scomparsa, Marley e la sua musica continuano a colpire un così grande numero di persone in tutto il mondo”.


Ecco la motivazione per cui la musica reggae è entrata nel Patrimonio Immateriale dell’Unesco dal 2018:
“Nata in uno spazio culturale che ospitava gruppi emarginati, principalmente nella Kingston occidentale, la musica reggae della Giamaica è un amalgama di numerose influenze musicali, incluse le prime forme giamaicane, nonché i ceppi caraibici, nordamericani e latini. Col tempo furono incorporati gli stili neo-africani, l’anima, il ritmo e il blues del Nord America, trasformando gradualmente Ska in Rock Steady e poi in Reggae. Mentre nel suo stato embrionale la musica reggae era la voce degli emarginati, la musica è ora riprodotta e abbracciata da un’ampia sezione trasversale della società, compresi vari generi, gruppi etnici e religiosi. Il suo contributo al discorso internazionale su questioni di ingiustizia, resistenza, amore e umanità sottolinea la sua dinamica come cerebrale, socio-politico, sensuale e spirituale. Le funzioni sociali di base della musica – come veicolo per il commento sociale, una pratica catartica e un mezzo per lodare Dio – non sono cambiate e la musica continua ad agire come una voce per tutti. Agli studenti viene insegnato come suonare la musica nelle scuole dalla prima infanzia fino al livello terziario, e i festival e i concerti del Reggae come Reggae Sumfest e Reggae Salute offrono sbocchi annuali, oltre a un’opportunità di sottofondo e trasmissione per artisti, musicisti e altri artisti imminenti praticanti”.

Qui il trailer ufficiale:

Nessun commento:

Posta un commento