martedì 9 aprile 2019

#UnescoMovie 42 – Planet Earth II (2016)

di Diletta Nicastro



Il 29 marzo è stato annunciata dal governo tailandese la chiusura dell’isola di Komodo, fino al 2020 per bloccare il traffico dei suoi celebri ‘draghi’ (motivo per cui l’intera isola, quasi 220 ettari, è entrata a far parte del Patrimonio dell’Umanità nel 1991), rubati dall’isola e venduti a 35.000 dollari l’uno.
I ‘draghi’ di Komodo (Varanus komodoensis) sono delle gigantesche lucertole predatrici (il più grande mai registrato era lungo più di tre metri per quasi 160 kg), avvistate per la prima volta dagli scienziati occidentali nel 1910 e la loro caccia ispirò il film King Kong (1933). Ora è un animale protetto in Indonesia e la caccia è proibita (ne esistono circa 5.700 esemplari in tutto). Tuttavia il loro sistema immunitario è ricercatissimo dalle case farmaceutiche e “questi animali sono venduti per propositi medici, perché possono essere usati per creare degli antibiotici”, rivela Rofiq Rpto Himawan, commissario della Polizia di East Java, a Channel News Asia.


Il cinema ha ultimamente dedicato due pellicole a questi terrificanti predatori, tra i più pericolosi al mondo: l’horror Komodo (1999) e l’action movie La maledizione di Komodo (2004), ma nessuno dei due è stato girato in location. Nel primo, infatti, è mostrata un’isola australiana, nel secondo le Hawaii.
C’è tuttavia una pellicola che ritrae i terrificanti draghi in loco mentre si contendono famelicamente una femmina: il primo episodio (Isole) del documentario BBC Planet Earth II (2016), narrato in originale da Sir David Attenborough (in italiano da Andrea Piovan) e la cui colonna sonora è scritta da Hans Zimmer (Oscar per Il re leone, autore tra l’altro della musica de Il Gladiatore, Sherlock Holmes, Rush). Girato in 4k, il documentario (in sei parti) ha avuto uno straordinario successo in patria (circa 12 milioni di spettatori medi), ha vinto due Emmy (miglior documentario e miglior fotografia per un programma non di fiction – quest’ultimo proprio per l’episodio Isole) ed è posizionato al primo posto tra i migliori TV Show di sempre su iMDB (davanti, tra gli altri, a Il trono di Spade e Band of Brothers – Fratelli al fronte).

 credits BBC

Il primo episodio si apre proprio con una vista dall’alto dell’isola di Komodo, per poi avvicinarsi ad un spiaggia, mostrare una coda che struscia sul bagnasciuga, un’immagine riflessa su una pozza d’acqua, una zampa che affonda nella sabbia e poi, infine, un piano intero dell’animale che punta qualcosa al di là della telecamera.

Il documentario su Komodo dura appena 5 minuti su un totale di 60 complessivi dell’episodio, tuttavia per realizzarlo c’è voluto moltissimo tempo. “Complessivamente circa tre settimane e mezzo. Bisogna aspettare il momento perfetto, in cui tutto quello che serve coincida nello stesso momento”, racconta il cameraman Mark MacEwen a Motherboard. Non è un caso, in effetti, che ci sono voluti circa 3 anni per realizzare l’intero documentario.
La squadra di tecnici è arrivata a Komodo durante la stagione dell’accoppiamento, con la speranza di catturare una battaglia tra due maschi. Con la guida degli scienziati di stanza nell’isola, che conoscono per nome tutti gli esemplari presenti, la troupe ha saputo ottenere quello che cercava. “Senza questi scienziati straordinari, sarebbe stato assolutamente impossibile. Anche solo provare a distinguere un maschio da una femmina senza un occhio allenato è difficilissimo”, continua MacEwen.

 credits BBC

La ricerca è durata per giorni, con la troupe che arrivava alle cinque di mattina, per essere ripresa alle sette e mezza del pomeriggio, ad una temperatura che superava i 40 gradi. La troupe aveva comunque a disposizione un prefabbricato con due stanze per proteggersi dal caldo. Ed una volta MacEwan and company hanno trovato un drago entrato nel bagno in loro assenza… “Potete immaginare come mi sia sentito mentre aprivo la porta del bagno e trovavo un drago! I draghi di Komodo sono dei predatori da imboscata ed è facile cullarsi nell’idea di essere in sicurezza, quando invece improvvisamente ti si avvicinano in maniera esplosiva…”.

Curiosità: La BBC ha postato su YouTube il backstage su come la troupe ha fatto uscire il drago dal prefabbricato, ottenendo più di 2 milioni e mezzo di visualizzazioni:


La motivazione per cui il Parco Nazionale di Komodo è Patrimonio Naturale dell’Umanità dal 1991:
“Queste isole vulcaniche sono abitate da una popolazione di circa 5.700 lucertole giganti, il cui aspetto e comportamento aggressivo li ha portati a essere chiamati ‘draghi di Komodo’. Non esistono in nessun’altra parte del mondo e sono di grande interesse per gli scienziati che studiano la teoria dell’evoluzione. Le aspre colline della savana secca e le macchie di vegetazione verde spinosa contrastano nettamente con le brillanti spiagge di sabbia bianca e le acque blu che si insinuano nel corallo”.

Nessun commento:

Posta un commento