di Silvia Sottile
Rocco Papaleo, alla sua terza regia dopo Basilicata coast to coast e Una piccola impresa meridionale, naviga
verso altri orizzonti. Onda su Onda è
infatti un viaggio (sia reale che metaforico) su una nave mercantile verso
l’Uruguay. Eppure, come ci spiega lo stesso regista in conferenza stampa, il
piccolo paese sudamericano tanto gli ricorda la sua Basilicata, ed è proprio
questo il motivo che lo ha spinto fin là per ambientare il suo film, trovando
tra l’altro una folta comunità italiana e uno spirito affine.
Ma la storia, come dicevamo, inizia in mare. Gegè (Rocco Papaleo)
è un cantante confidenziale che non ce l’ha fatta, fallito ed egocentrico, che
dopo oltre trent’anni viene richiamato a Montevideo per tenere un concerto che
potrebbe rilanciare la sua carriera. Sulla nave che lo porta in Uruguay si
scontra spesso con Ruggero (Alessandro Gassmann), l’introverso, ombroso (e
anche un po’ filosofo) cuoco di bordo, che, imbarcato da 4 anni, si rifiuta di
scendere sulla terraferma. Un improvviso calo di voce di Gegè, impossibilitato
a cantare, convince Ruggero a prendere il suo posto ma questo scambio non sarà
il solo equivoco. Infatti nella capitale uruguagia li attende Gilda Mandarino
(Luz Cipriota), la donna che organizza l’evento, ma non tutto è come sembra e
anche la ragazza nasconde un segreto. Tra imprevisti e colpi di scena le cose
non vanno come dovrebbero andare, eppure Gegè e Ruggero, prima così distanti,
si scoprono molto più simili del previsto.
Generalizzando si tratta infatti
della storia di due uomini frustrati (un po’ come tutti noi, in fondo) che non
vivono la vita ma un insieme di circostanze li porterà ad avvicinarsi e a
riflettere su cosa sia davvero importante. La trama è improbabile, a tratti
surreale ma è proprio quest’atmosfera sospesa che dona un fascino particolare
alle vicende narrate, un che di incompiuto che riesce a coinvolgere. Papaleo,
con questo suo stile di regia e scrittura fuori dai canoni riesce a tirar fuori
un film godibile, una commedia che mescola abilmente il dolce e l’amaro. Il
tono è fondamentalmente malinconico, con inaspettati guizzi comici dai tempi
perfetti. Forse funziona meglio a bordo della nave rispetto alla parte a
Montevideo, ma nell’insieme il filo invisibile che lega la storia segue un suo
percorso logico.
Entrambi i protagonisti sono calati bene nei rispettivi
ruoli, l’affiatamento tra i due è
palese, essendo amici di lunga data ed avendo già lavorato insieme ad esempio
nel già citato Basilicata coast to coast.
Senza dubbio Alessandro Gassmann
emerge maggiormente e rivela ancora una volta il suo spessore da primo attore. Dà
l’impressione di diventare sempre più simile al padre e lo ricorda molto.
Luminosa e frizzante la presenza della
bella e solare Luz Ciprota, attrice argentina al suo esordio cinematografico in
Italia, davvero una gradevole sorpresa. Esilarante il personaggio interpretato
da Massimiliano Gallo (il Comandante De Lorenzo, con l’ansia da naufragio) a
cui è affidato il grosso della comicità.
La scelta di girare su una nave e in Uruguay è molto
originale e di non facile realizzazione eppure viene ben ripagata dalla
particolare atmosfera che creano le distese azzurre e infinite del mare e poi
l’architettura di Montevideo, ben valorizzata dalla splendida fotografia di
Maura Morales. Certe immagini entrano nell’anima.
Le musiche sono assolutamente protagoniste e accompagnano
piacevolmente tutto l’evolversi della trama, emozionando fin dall’apertura su
note e parole di Bella Ciao. Non
manca, come si può ben immaginare dal titolo, la canzone Onda su Onda di Paolo Conte, interpretata da Gegè/Papaleo e la sua
orchestra di marinai.
Onda su Onda, al
cinema dal 18 febbraio, è una commedia malinconica e commovente in cui si ride
e si riflette. Va anche più in profondità di quanto possa sembrare, in una sorta
di metafora esistenziale che parte da un incontro di vite sospese.
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