giovedì 18 marzo 2021

#UnescoMovie 57 – Nosferatu il vampiro

 di Diletta Nicastro

Una causa persa per diritti d’autore e l’ordine di distruggere tutte le copie esistenti della pellicola. Il regista Friedrich Wilhelm Murnau obbedisce. Ma non completamente. Salva una copia, un’unica copia. Per sé. E per il mondo.

Stiamo parlando di Nosferatu il vampiro film muto del 1922 considerato uno dei capisaldi della cinematografia horror non solo tedesca ma mondiale. La storia è tratta dal romanzo Dracula, anche se i nomi e la location sono stati cambiati. Gli eredi di Stoker, tuttavia, lo denunciarono lo stesso e Murnau perse.


 

Quella copia salvata, tuttavia, è arrivata fino ai giorni nostri ed il film è stato costantemente restaurato.

Nosferatu il vampiro non è solo importante dal punto di vista cinematografico, ma anche storico, perché per rappresentare la fittizia Wisborg viene utilizzata per lo più la città anseatica di Lubecca (Patrimonio culturale dal 1987), che ci viene mostrata nella sua bellezza prima del bombardamento prima della Seconda Guerra Mondiale.

 

Le scene girate a Lubecca sono molte: gli Salzspeicher, iconici magazzini del sale ormai in disuso, servirono come nuova residenza di Nosferatu a Wisborg; il cimitero della Aegidienkirche fu utilizzato per la casa di Hutter, lungo il Depenau sfilò una processione di bare di presunte vittime della peste e una dimora storica della città vecchia è stata sede dell’abitazione di Hutter ed Ellen. Molti scorci di Lubecca, inoltre, sono visibili durante la caccia al personaggio di Knock.

Lubecca è diventata luogo di pellegrinaggio di molti appassionati di film horror, che, grazie al fatto che a 99 anni di distanza questi edifici sono ancora in piedi (nonostante i bombardamenti), ripercorrono i passi dei protagonisti per ammirare le location. Memorabile un servizio fatto da John Campopiano nel 2016, in occasione della realizzazione del remake omonimo diretto da David Lee Fisher (https://nemmc.org/tag/lubeck).

 

foto di John Campognano

Curiosità: uno degli Salzspeicher, durante la seconda Guerra Mondiale, divenne sede della Gioventù Hitleriana di Lubecca. Dopo la guerra furono trasformati in negozi di abbigliamento, che sono arrivati fino ai giorni nostri.

La motivazione per cui la Città anseatica di Lubecca è nel Patrimonio culturale dal 1987.

“Lubecca – l’ex capitale e città regina della Lega Anseatica - fu fondata nel XII secolo e prosperò fino al XVI secolo come principale centro commerciale per il nord Europa. È rimasto un centro per il commercio marittimo fino ad oggi, in particolare con i paesi nordici. Nonostante i danni subiti durante la seconda guerra mondiale, la struttura di base della città vecchia, costituita principalmente da residenze patrizie del XV e XVI secolo, monumenti pubblici (la famosa porta in mattoni Holstentor), chiese e depositi di sale, è rimasta inalterata”.


foto di appassionati su twitter


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