giovedì 7 novembre 2019

#UnescoMovie 53 – Frank Lloyd Wright e il cinema

di Diletta Nicastro



Attendevo da tempo l’inserimento della proprietà The 20th-Century Architecture of Frank Lloyd Wright (l’architettura del 20mo secolo di Frank Lloyd Wright) nel Patrimonio Unesco e finalmente a luglio, dopo vari rinvii, la candidatura è stata accolta. Tuttavia la mia attesa è stata delusa. Volevo infatti dedicare la rubrica #UnescoMovie a Scandalo al sole (1959), film che amo moltissimo da almeno trent’anni, perché la villa in cui si costruiscono una nuova vita Ken Jorgenson (Richard Egan) e Sylvia Hunter (Dorothy McGuire) è la Della Walker House, edificata nel 1951 a Carmel-by-the-Sea in California. Ma, una volta approvata la candidatura, ho scoperto che non si tratta dell’architettura nel complesso di Frank Lloyd Wright, bensì di 8 edifici specifici che segnano la storia dell’architetto americano (e come avrete capito tra questi 8 non c’è, ahimé, la Della Walker House).



Ma non potevo arrendermi di fronte a questo ostacolo, anche perché Wright è molto amato dal cinema (basti ricordare che lo splendido La fonte meravigliosa, 1949, con Gary Cooper e Patricia Neal è ispirato – non in maniera ufficiale ma evidente – alle sue opere) e non è stato difficile trovare altri film che mostravano la sua visione moderna dell’architettura, contro il gusto estetico della sua epoca e in armonia con la natura che lo circonda.

Tra le otto proprietà vi è anche Taliesin, la casa che Wright costruì nel Wisconsin per sé e la sua amata Martha ‘Mamah’ Borthwick dopo il divorzio di entrambi e che fu teatro di un tremendo massacro (il cuoco Julian, assente l’architetto per lavoro a Chicago, sprangò porte e finestre e diede fuoco all’abitazione per uccidere la donna ‘peccatrice’ e tutti coloro che vi abitavano dentro, compresi due bambini). Al suo arrivo a casa Wright rimase sconvolto e mai tornò ad essere lo stesso. Decise, tuttavia, di ricostruire integralmente Taliesin “affinché lo spirito dei mortali che l’hanno amata continui a vivere nello stesso luogo. La mia casa è ancora lì”. La drammatica storia sarebbe dovuta essere raccontata nel film che avrebbe dovuto portare proprio il nome di Taliesin, annunciato nel dicembre 2011, con tanto di sopralluoghi in Wisconsin del regista Bruce Beresford (A spasso con Daisy, Colpevole d’innocenza) e di J. Todd Harris and Ed Bachrach in qualità di produttori. La sfida dell’opera era anche quella di ricostruire Taliesin così come era prima dell’incendio, rifacendosi alle poche foto esistenti. Tuttavia (ma di quanti tuttavia è fatto questo articolo!), il film è stato accantonato e dopo un lancio in pompa magna in decine e decine di media nel 2011 nessuno più ne ha parlato (mi ha ricordato un po’ il lancio fittizio del vero Argo nel 1979-1980).


Mi sono quindi dedicata ad una delle costruzioni più famose di Wright: il Solomon R. Guggenheim Museum a New York, progettato nel 1943 e realizzato tra il 1956 e il 1959. Essendo uno degli edifici simbolo della Grande Mela non è stato difficile trovare film che sono stati girati qui. I più famosi sono I tre giorni del Condor (1975), Men in black (1997) e The International (2009). Tra questi ho scelto Men in black, non solo perché è stato eletto il miglior film girato a New York negli Anni Novanta, ma perché ancora oggi nelle guide della città quando si parla del Solomon R. Guggenheim Museum si fa riferimento a questa pellicola.

La scena girata qui è breve (non più di 2-3 minuti) ed inserita all’inizio del film, quando l'agente di polizia James Edwards (Will Smith) insegue un uomo sospetto per le strade di New York. Durante l’inseguimento, tuttavia, Edwards rimane sconvolto dalle capacità di questo essere, capace di scalare come un ragno una parete verticale (ovvero la parete del Guggenheim Museum) e di correre ad una velocità mai vista. Una volta raggiunto in cima al tetto del Museo, il sospettato confessa ad Edward che la Terra sta per essere distrutta a causa del suo fallimento, poi si getta di sotto.


L’idea di girare il film a New York è stata del regista Barry Sonnenfeld (La famiglia Adams, Get shorty), nato e cresciuto a New York ed amante della sua città. In principio la scena dell’inseguimento sarebbe dovuta essere girata al Lincoln Center, ma i costi erano troppo elevati, ed è stato ancora una volta Sonnenfeld a trovare la soluzione e scegliere il Guggenheim Museum, di cui aveva sempre amato la struttura a spirale “che sembra un disco volante”.

Anche in questa scena, come in quasi tutto il film, è stato determinante l’intervento della computer grafica (che ha cancellato i cavi che facevano salire l’alieno sulla parete del museo) ma l’intuizione è stata perfetta e da allora il museo è diventato il museo di Men in black.

Curiosità: la casa ultra-confort che viene assegnata ai Parr ne Gli incredibili 2 (2018), ambientato negli Anni Cinquanta, è stata realizzata da Ralph Eggleston, Philip Metschan, Nathan Fariss e Bryn Imagire ispirandosi proprio all’architettura di Frank Lloyd Wright, così in voga in quel periodo. “Dovevamo capire quale erano le trame iconiche del tempo. Vi erano molto tessuto erboso, una gran quantità di miscela di materiale, molte forme eleganti e semplici al tempo stesso. E’ stato bello inserirlo nel film; un buon modo per dare il senso di stile che si aveva allora. Ed è stato divertente cercare di ragionare come un architetto”, racconta Eggleston a Oh my Disney!.



La motivazione per cui l’architettura del 20mo secolo di Frank Lloyd Wright è entrata nel Patrimonio Culturale dal luglio 2019:

“La proprietà è composta da otto edifici negli Stati Uniti progettati dall'architetto nella prima metà del XX secolo. Questi includono progetti ben noti come Fallingwater (Mill Run, Pennsylvania) e il Guggenheim Museum (New York). Tutti gli edifici riflettono l’architettura organica sviluppata da Wright, che include un piano aperto, una sfocatura dei confini tra esterno e interno e l'uso senza precedenti di materiali come acciaio e cemento. Ognuno di questi edifici offre soluzioni innovative per le esigenze di alloggio, culto, lavoro o svago. Il lavoro di Wright di questo periodo ha avuto un forte impatto sullo sviluppo dell’architettura moderna in Europa”.


Gli otto edifici di Frank Lloyd Wright inseriti nella proprietà unescana:
– Unity Temple, Oak Park, Illinois (progetto: 1905, realizzazione: 1906-1909)
– Frederick C. Robie House, Chicago, Illinois (progetto: 1908, realizzazione: 1910)
– Taliesin, Spring Green, Wisconsin (progetto: 1911, realizzazione: 1911-1959)
– Hollyhock House, Los Angeles, California (progetto: 1918, realizzazione:
1918-1921)
– Fallingwater, Mill Run, Pennsylvania (progetto: 1935, realizzazione: 1936-1939)
– Herbert and Katherine Jacobs House, Madison, Wisconsin (progetto: 1936,
realizzazione: 1936-1937)
– Taliesin West, Scottsdale, Arizona (realizzazione iniziata nel 1938)
– Solomon R. Guggenheim Museum, New York, New York (progetto: 1943,
realizzazione: 1956-1959).


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