mercoledì 26 giugno 2019

#UnescoMovie 48 – "Fratello sole, sorella luna" (1972)

di Diletta Nicastro



Lo scorso 15 giugno ci ha lasciato Franco Zeffirelli, regista italiano tra i più amati all’estero (ottenne anche due nominations agli Oscar, per la regia di Romeo e Giulietta e per la scenografia de La Traviata). Non appena ricevuta la notizia, chi scrive ha subito pensato di omaggiarlo tramite un articolo #UnescoMovie, anche perché molti suoi film sono stati girati in luoghi inseriti nella Lista del Patrimonio dell’Umanità.

Il primo pensiero è andato proprio al citato Romeo e Giulietta (1968), tuttavia, nella realtà la pellicola è stata girata assai poco a Verona (Patrimonio dal 2000), ovvero solo nel piano sequenza iniziale, per poi essere ripreso in varie parti d’Italia (il balcone da cui si affaccia Giulietta è, per esempio, a Palazzo Borghese di Artena).

Ci sono varie pellicole unescane, tuttavia, tra quelle dirette da Zeffirelli, da Un tè con Mussolini (girato in parte a San Gimignano, sito però già raccontato nell’articolo su Il principe delle volpi) o il suo docu-film Per Firenze (1966), in cui racconta lo stato in cui versava la sua amata città dopo l’alluvione (grazie al quale nel 2006 ricevette per mano del sindaco Leonardo Domenici un riconoscimento ufficiale per aver aiutato il mondo a comprendere lo stato di emergenza della città in quei giorni).

La scelta, però, è ricaduta su Fratello sole, sorella luna (1972) anche per rendere omaggio ad un’altra grande del cinema italiano, Lina Wertmüller, che proprio in questi giorni ha ricevuto la notizia che il prossimo anno riceverà l’Oscar onorario per il servizio svolto per la settima arte e che in questo film firma la sceneggiatura assieme allo stesso Zeffirelli e a Suso Cecchi D’Amico.


Il sito Unesco coinvolto in Fratello sole, sorella luna è il Duomo di Monreale, inserito all’interno del sito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, Patrimonio dell’Umanità dal 2015. Qui infatti si ambienta la scena finale del film, quando Francesco decide di incontrare Papa Innocenzo III per ricevere approvazione per la sua Regola. Nella fattispecie il Duomo rappresenta San Pietro come sarebbe dovuta essere all’inizio del Duecento (lo storico incontro avvenne nel 1209), tanto che l’esterno non viene mai ripreso se non con riprese strettissime che inquadrano solo la porta. Le scene all’interno, viceversa, fanno risplendere in tutto il loro splendore i mosaici bizantini per cui il Duomo è celebre in tutto il mondo. Mirabile la scena in cui vi è una ripresa stretta sulla scalinata mosaicata e Innocenzo III (Alec Guinness, magistrale nella sua interpretazione che dura appena pochi minuti ma illumina la scena) scende per mettersi ai piedi di Francesco.

Le riprese a Monreale durarono complessivamente due settimane e ci fu un notevole pacifico entusiasmo da parte della cittadinanza che le seguì in silenzio e ammirazione, anche per il cast presente (a partire dal citato Alec Guinness, il futuro Obi Wan Kenobi della saga di Star Wars). 

Il legame di Monreale con Zeffirelli è rimasto vivo nel tempo, tanto che non appena è giunta la notizia della sua scomparsa, l’Arcidiocesi di Monreale ha subito scritto su Facebook questo messaggio ufficiale: “Franco Zeffirelli, uno dei più grandi e geniali uomini della cultura mondiale, è ritornato alla casa del Padre: il maestro della cinematografia italiana che per uno dei film più famosi come Fratello sole, sorella luna ha scelto il nostro Duomo di Monreale come spettacolare scenografia dell’incontro tra Francesco e Innocenzo III, è giunto al suo personale atto finale. Il Cristo pantocratore lo accolga nel suo abbraccio”.


Né dire che questo seguito sia stato rinverdito solo negli ultimi giorni a seguito della morte del regista. Va ricordato, per esempio, che nel 2017, fece tappa a Monreale la mostra Francesco nel cinema. La mostra, tra l’altro, oltre alla partitura di Fratello sole, sorella luna contava anche la poltrona papale utilizzata proprio a Monreale e varie immagini inedite.

Curiosità: questo quello che scrisse all’epoca The New York Times sulla scenografia dell’ultima scena: “Francesco, con la sua piccola banda di seguaci scalzi, affronta Innocenzo III in una sala del trono di San Pietro così fotografata da sembrare un set di ‘Ziegfeld Follies’… (Zeffirelli’s Film Study of St. Francis di Vincent Canby, 9 aprile 1973).

La motivazione per cui la Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale è Patrimonio Culturale dal 2015:

“Situato sulla costa settentrionale della Sicilia, Palermo arabo-normanno comprende una serie di nove strutture civili e religiose risalenti all’epoca del regno normanno di Sicilia (1130-1194): due palazzi, tre chiese, una cattedrale, un ponte, così come le cattedrali di Cefalù e Monreale. Collettivamente, sono un esempio di sincretismo socio-culturale tra culture occidentali, islamiche e bizantine sull’isola che hanno dato origine a nuovi concetti di spazio, struttura e decorazione. Portano anche testimonianza della feconda convivenza di persone di diverse origini e religioni (musulmani, bizantini, latini, ebrei, lombardi e francesi)”.

 set (foto Archivio Storico Diocesano)

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